Questa settimana si parlava di galline quindi non potevo fare a meno di intervistare Massimo Mentasti lo chef appena trentenne del ristorante La Gallina di Monterotondo di Gavi. Nel cuore della provincia alessandrina questo ristorante (aperto da marzo a novembre) e' stato ricavato in un fienile e fa parte, con il bellissimo relais L'Ostelliere, del Resort Villa Sparina di proprietà della famiglia Moccagatta conosciuta anche per una ricercata cantina vinicola. Lo chef Mentasti stupisce i suoi avventori con piatti sofisticati cucinati con la filosofia del chilometro zero: conosciamolo meglio!
Avevo solo 24 anni quando
ho cominciato: lo chef al quale avrei dovuto fare da secondo ha rinunciato
perciò hanno chiesto a me di gestire la cucina. Ero
molto spaventato all'idea perché avevo poca esperienza, ma da subito ho capito che la famiglia Moccagatta mi
avrebbe sostenuto. Volevano puntare su una persona giovane e ce l’abbiamo fatta grazie ad un grande lavoro di squadra. All'inizio facevo una
cucina molto semplice, ma negli anni sono molto evoluto grazie a stage in
ristoranti stellati, voglia di imparare e tanto amore per il mio lavoro.
Oltre agli stage, quanto e' importante per giovani chef come te partecipare a eventi o congressi di cucina?
Mi piace partecipare ad
eventi e congressi ma cerco di limitarli al periodo di chiusura del ristorante
(novembre-marzo) perche i miei clienti ci tengono che sia presente quando vengono a mangiare: e' giusto che lo chef non sia allontani
troppo dalla propria cucina. Comunque, a metà novembre ho presentato uno show cooking a Golosaria a Milano, a febbraio collaborerò con uno chef a Saint Moritz e lo scorso anno ho “gareggiato”
nella Chef’s Cup invernale. Sono importanti questi
incontri con gli altri chef perché hai modo di relazionarti con i tuoi colleghi che
puoi coinvolgere nella soluzione di problemi sulla composizione di un piatto quando si presentano.
Io abito
proprio qui vicino e ti devo confessare che per me e' la soluzione giusta perché
non sopporto i ritmi della città e lo stress dell’orologio.
Quando ho
bisogno di ragionare su un piatto esco in terrazza e guardo le vigne: c'e' una grande
pace!
Inoltre, qui a Monterotondo di Gavi, siamo
circondati da contadini che mi portano i prodotti della nostra
terra: a 150 metri c’e’ un fattore che mi fornisce polli, galline e conigli ogni qualvolta ne abbia bisogno.
Poi ci sono gli appassionati di funghi e tartufi, purtroppo sono tutte persone anziane, che mi propongono la loro migliore scelta. La loro fiducia mi da molta soddisfazione: potrebbero
portare i prodotti a molti altri ristoranti, ma preferiscono venderli a me perche
sanno che sappiamo lavorare bene la materia prima.
Di quale ingrediente non puoi fare a meno? La Gallina ;)?
In cucina
spazio tra diversi ingredienti, non posso sceglierne uno solo. Partendo dalle verdure
che coltiviamo direttamente qui nel nostro orto grazie alla passione del sig.
Moccagatta senior, passando dalle spezie orientali, per arrivare a quelle nostrane.
Quale è il tuo film preferito e a quale ricetta lo assoceresti?
Non vado al cinema da molto tempo, ma guardo i film in televisione: sono
appassionato di Harry Potter, 007 e molti dei film del mitico Sean Connery come
Caccia ad Ottobre Rosso e Gli Intoccabili...un capolavoro…
Se dovessi
cucinare per Sean/007 gli preparerei di sicuro dei carboidrati: un riso o una
pasta. Visto che e’ sempre in azione ha bisogno di bruciare energie!
Ho guardato
per curiosità il lavoro dello chef Cannavacciulo che presenta "Cucine da Incubo". Mi sono accorto che a differenza di Gordon Ramsey,
presentatore della versione anglosassone, non punta a fare spettacolo, ma usa la
testa per insegnare ai ristoratori come funziona il lavoro in un ristorante.
Non si approccia come cuoco ma come manager. E' molto importante, secondo me, far
capire che un ristorante deve esser pensato, e che il sistema manageriale e' decisivo
per la riuscita dell’attività tanto quanto il piatto preparato in cucina.
C’e’ una tua ricetta alla quale sei legato che ci vuoi
regalare?
Io sono di Varese e stato
"adottato" dalla provincia di Alessandria per questo ho cercato di
documentarmi sulla ristorazione tradizionale di questa zona. Nel primo libro di
Pellegrino Artusi ho trovato il “Pollo alla Marengo”: uno spezzatino di pollo
con succo di limone, vino bianco, gamberi di fiume e uovo sodo. Il cuoco di Napoleone
lo aveva inventato usando gli ingredienti trovati nella piana di Maregno dopo
la battaglia e Napoleone lo adorava!
Io ho
modernizzato la ricetta utilizzando prima di tutto cotture a bassa temperatura e per
dare il maggior effetto visivo ho cambiato un po’ gli ingredienti scegliendo
l'uovo di quaglia e i gamberi di Santa Margherita Ligure. Questo piatto mi
rappresenta moltissimo e per la sua invenzione ho anche ricevuto il premio da
Paolo Massobrio de La Stampa perché ho reso un
piatto della tradizione moderno senza modificarne il gusto.
Ci tengo a sottolineare che io non mi
reputo un creativo, ma un moderno. Ritengo che la creatività a volte sia troppo
estrosa al contrario la modernità ha come caratteristica quella di pulire il
piatto rendendolo più piacevole per i palati moderni.