Ma come fa a far tutto?? Chiediamolo a lui
Quali sono i tre punti fermi della sua carriera di chef?
Sicuramente curiosità, studio e passione. Tre elementi senza cui non sarei ciò che sono e che mi portano sempre a scoprire e fare di più.
Il suo modo di essere chef si è sempre coniugato con i mezzi di comunicazione di massa. Si sente un precursore ora che molti suoi colleghi li usano per incontrare il proprio pubblico?
Forse sì, quando ho iniziato
io in tv come consulente, decidendo di lasciare la classica ristorazione sapevo
di cominciare qualcosa di rivoluzionario, poi è venuta la rete, i siti
internet, i blog, i social…un
mondo in cui poter sempre dire e dare qualcosa e confrontarsi direttamente con
le persone, soprattutto con gli appassionati di cucina che sono sempre di più e
sempre più preparati in materia.
Quale
è l’ingrediente senza il quale proprio non può fare a meno? Quello che “teme”
di più?
In cucina sono duttile, mi
piace provare tutti gli ingredienti, scoprire nuove combinazioni e sapori..
l’ingrediente che non deve e non può mai mancare è la curiosità che mi alimenta
in ogni cosa che faccio. Senza questa ogni piatto avrebbe meno sapore, ogni
evento sarebbe meno bello o importante.
Quello che temo di più è l’imperativo “Si fa così…” non sono mai stato
d’accordo…
Come si sono incontrati “Il Circolo dei Buongustai” e “La Tognazza”?
Come si sono incontrati “Il Circolo dei Buongustai” e “La Tognazza”?
Mi hanno presentato GianMarco nel corso di una serata
informale. E si è stabilita un’intesa immediata, una forte empatia. Gli ho
confessato di essermi ispirato spesso alle ricette di suo padre, un vero
studioso, pieno di fantasia e di incredibili intuizioni, che mezzo secolo fa
già discuteva di biologico. Lui mi ha parlato con soddisfazione dell’azienda
agricola di Velletri, nata negli anni ’60, divenuta ormai attività primaria.
Una
delle sue attività più ammirate è il Food Design. So che ha lavorato anche su
diversi set importanti, ci racconti il più interessante.
Rome, una produzione della
HBO, che è stata trasmessa anche in Italia, dove si raccontava la vita
dell’impero Romano. Ho lavorato sul set per tre anni, costruendo tutti i cibi
di scena, con i materiali più assurdi, dai piatti poveri a quelli scenografici
dei patrizi. Una bella avventura dove ho studiato tanto e realizzato delle cose
veramente belle e importanti.
Quale è il suo film preferito che abbia una trama legata al cibo?
Quale è il suo film preferito che abbia una trama legata al cibo?
Ce ne sono fin troppi, due scene che mi vengono in mente che hanno due
importanti significati.. La scena della cena con le escargot nel film Pretty
Woman e la scena mitica degli spaghetti in Miseria e Nobiltà.
Ci regali la sua ricetta preferita del grande Ugo Tognazzi.
Ci regali la sua ricetta preferita del grande Ugo Tognazzi.
Vi regalo
la Pasta all’infuriata, una sorta di pasta all’arrabbiata, che Ugo Tognazzi
realizzava per sé e per i suoi ospiti, presente nel libro L’Abbuffone.
E io l'ho subito provata (ndr:)!!
Ingredienti: ½ kg di penne, ½ kg di pomodori
freschi pelati, un bicchiere di
vodka, peperoncino, olio, aglio, alloro.
PS: se trovate un certo tipo di Vodka che è in commercio, una Vodka
polacca al peperoncino (formidabile, tremenda, fortissima, piccantissima,
micidiale) potete eliminare il peperoncino naturale.
Mettete a cuocere
le penne. Contemporaneamente versate l'olio in una padella con due spicchi
d'aglio che toglierete quando saranno color marrone. Dopo aver tolto l'aglio, mettete il peperoncino quel tanto che basta per far insaporire l'olio poi toglietelo.
Togliete anche la padella dal fuoco e buttate giù i pomodori freschi pelati
insieme a due foglie d'alloro. Subito dopo
versate anche il bicchiere di vodka, se trovate la vodka al peperoncino non usate quello nature.
Fate cuocere ancora
un po', scolate le penne, conditele, mangiatele.
Questo piatto è
sconsigliato agli ulcero-colitici. Per loro, versione in bianco “penne della
tranquillità”. Al burro.
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