I’m back! Il
viaggio di nozze intorno al mondo è stato assolutamente spettacolare e spero
che abbiate avuto la possibilità di seguire le nostre avventure su Facebook,
Twitter o Instagram e di scoprire insieme a noi bellissimi paesaggi, affascinanti città e gustosissimi
piatti che non vedo l’ora di ricreare.
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Alexander Dinelaris e Michael Keaton
ai Golden Globes 2015 |
Se avete
ascoltato la prima puntata di “Guido al Cinema” in onda da oggi fino alla
prossima estate tutte le domeniche su Radio Deejay alle 13 sapete già che
mentre mi trovavo negli Stati Uniti ho intervistato Alexander Dinelaris Jr. uno
dei quattro sceneggiatori del pluripremiato film “Birdman”. Classe ’68,
Alexander, si è fatto conoscere nell’ambiente teatrale newyorkese tramite il
suo lavoro di autore con piece come "Still Life", "Red Dog Howls" e il musical basato su "The Bodyguard" che hanno attirato
l’attenzione di molti colleghi tra cui il regista messicano Alejandro Iñarritu.
Insieme a Iñarritu, Nicolás Giacobone e Armando Bo ha scritto il suo primo film che gli
ha regalato un Oscar e un Golden Globe per la miglior Sceneggiatura Originale.
Non mi sono
lasciata scappare l’occasione di porgergli domande sulla sua carriera, gli
Academy Awards, i progetti futuri, la sua ricetta preferita e…di
chiedergli un segreto riguardante la sceneggiatura di Birdman: volete scoprirlo
anche voi???
Da dove è
cominciata la tua carriera? Ti ricordi il momento in cui hai pensato “Quello
che voglio fare è scrivere?”
In realtà non ho
mai preso la decisione di fare lo scrittore. Per gran parte della mia vita ho
lavorato nella ristorazione per mantenermi e pagarmi gli studi e il mio sogno è
sempre stato quello di diventare un regista teatrale. Purtroppo lavorando in un
ristorante non trovavo mai il tempo di concentrarmi sulla mia carriera di
regista. Nel 2000, all’età di circa 32 anni, una mia amica attrice mi ha
chiesto aiuto per scegliere una scena da presentare in classe e non trovando
nulla di adatto a lei ho scritto un pezzo senza neanche firmarlo. La messa in
scena è andata talmente bene che mi ha convinto a concentrarmi sulla scrittura.
Ogni notte quando
tornavo a casa dal ristorante intorno alle 2, ovviamente non avevo il tempo di
dirigere una piece teatrale, ma potevo mettermi davanti al computer a scrivere.
Pian piano le mie opere sono state apprezzate sempre di più e le persone che le
avevano lette hanno cominciato ad ingaggiarmi per scriverne altre. Perciò si può
dire che sia diventato uno scrittore "per caso".
Quale e’ la battuta che hai scritto e che ti rappresenta al
meglio?
Tra tutte le
battute che ho ideato, teatrali e cinematografiche, tengo particolarmente a
quelle che contengono una certa dose di verità. Ricordo con emozione una scena di
“Birdman” interpretata da Ed Norton ed Emma Stone che ho scritto io, anche se
noi 4 sceneggiatori lavoravamo a stretto contatto.
I due personaggi
stanno giocando a “obbligo o verità” seduti sul balcone esterno del teatro e
lei gli chiede se vuole fare sesso, quando Ed/Mike le risponde di no Emma/Sam
lo provoca dicendo "Se non avessi paura, che cosa vorresti farmi?”.
Da dove si
trovano si vede una delle più belle ed evocative strade di Broadway, la 45esima,
lui si avvicina e le confessa "Ti toglierei gli occhi dalla testa, e li
metterei al posto dei miei per guardarmi attorno, così potrei vedere questa
strada come la vedevo alla tua età".
Sono veramente
legato a questa battuta perché è molto personale. Appena cominci a lavorare nel
mondo del teatro e' tutto molto romantico e senti le farfalle nello stomaco,
purtroppo dopo un certo periodo di tempo ti sembra che non ci sia più nulla di
eccitante e il sentimento iniziale comincia a scomparire. E’ questo che prova personaggio
di Edward e che ho provato spesso anche io. Ed è proprio quando qualcosa è vero
e personale che prendono vita le battute migliori.
Le opere teatrali
comunicano con un pubblico dal vivo mentre i film passano attraverso il filtro
dello schermo. Voi, grazie alla particolare scelta del regista Iñarritu
di seguire da vicino i personaggi con la camera siete riusciti a trovare un
compromesso tra i due. Avete ideato un nuovo genere di teatro/cinema?
La scelta di
ambientare la nostra storia in un teatro è stata presa per adattare la forma
alla funzione. La visione iniziale di Alejandro era una commedia noir che
esplorasse i meandri dell’ego e l'ibrido teatro/cinema ne è diventato
l'ambientazione perfetta. Cosa poteva esserci meglio del teatro? Il teatro è
pieno di ego, di monologhi e si presta anche all'intuizione di girare il film
come se fosse un’unica ripresa.
Naturalmente il
genere “teatrale” era già stato sfruttato prima di noi, penso ai film di
Cassavetes e ad alcune pellicole di Woody Allen. Loro hanno creato una specie
di teatro nel cinema raccontando una storia con le immagini e girando scene molto
lunghe e recitate in maniera introspettiva. Non penso che abbiamo ideato un
nuovo genere forse si può dire che, con Birdman, abbiamo “reinventato” il genere.
Difatti vi siete
spinti oltre e avete inserito anche la figura del supereroe!
La verità è che anche
qui si tratta di una questione di forma che si adatta alla funzione. I film di
supereroi stavano dominando il botteghino da alcuni anni, se fossero stati i
film western ad essere distribuiti maggiormente, avremmo scritto qualcosa
legato a questo genere. La scelta sembrava appropriata al momento che stiamo
vivendo e in più il supereroe rappresenta la definizione dell’ego. Era troppo
perfetto: Birdman è diventato l’ego di Riggan.
Ci puoi raccontare
un segreto sulla sceneggiatura di Birdman che non hai ancora detto a nessuno?
E vuoi che lo
racconti a te???
Certo!
Ok! C’e’ stato un
tempo prima che Birdman fosse Birdman in cui non era un supereroe a seguire il
protagonista per il teatro, ma un famoso attore shakespeariano di nome Edwin
Booth (n.d.r fratello di John Booth che assassinò Lincoln). Il film doveva
avere luogo all’interno del teatro a lui dedicato su Broadway e avevamo immaginato
che il fantasma del grande attore, magari interpretato da un Al Pacino con un
lungo mantello nero, desse del filo da torcere a Michael Keaton dietro le quinte…ad essere sincero
non avevamo ancora firmato con Michael e non avevamo contattato neanche Al
Pacino…. (ride) Eccoti il tuo segreto!!
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Dinelaris e' il terzo da sinistra |
Non oso
immaginare la grande emozione di vincere un Oscar: che progetti ti sono stati
proposti dopo il 22 febbraio?
La cosa strana è
che prima di vincere l’Oscar, noi quattro (Alejandro, Nico, Armando ed io siamo
comunque amici e ci piace lavorare insieme), avevamo già deciso quale sarebbe
stato il nostro successivo progetto. Questo perché quando abbiamo scritto
Birdman non pensavamo che avremmo vinto dei premi….anzi non sapevamo neanche se
il film avrebbe avuto degli spettatori! Perciò qualche tempo prima degli
Academy Awards abbiamo accettato di creare per il canale Starz una serie
televisiva intitolata “The One Percent” scritta da me e Nico e diretta da
Alejandro. Per il momento non posso prendere in considerazione tutte le meravigliose
offerte che sono arrivate dopo l’arrivo della statuetta perché stiamo lavorando
a tempo pieno alle 10 puntate che andranno in programmazione in autunno 2016.
Però, nel
frattempo hai trovato anche il tempo di scrivere un musical!
Si! Ho scritto il
libretto di “On Your Feet” per Gloria ed Emilio Estefan basandomi sulla storia
della loro vita e sulla loro esperienza Cubano-Americana. L’abbiamo già testato
sulla piazza di Chicago per 6 settimane ed e’ andato veramente bene. Ora è
arrivato il momento di portarlo a New York: cominciamo le prove in un teatro di
Broadway il prossimo 15 settembre e andiamo in scena a partire dai primi di
ottobre anche se la data ufficiale di apertura dello spettacolo sarà il 5
novembre. E’ veramente fantastico per me avere uno show che debutta a Broadway.
Sei uno scrittore
davvero poliedrico: scrivi prosa, musical, cinema, televisione. C’e’ una forma
di scrittura che prediligi sulle altre?
Sono tutte
diverse, ma allo stesso tempo hanno tutte lo scopo di raccontare una storia. In
questo periodo mi sto concentrando sulla televisione, fin da bambino sono stato
affascinato dal cinema e ho fatto teatro tutta la mia vita. Poter scegliere
rende il mio lavoro ancora più appassionante perché posso fare sempre cose
diverse e non rimango bloccato in un solo genere.
Ci tengo a
sottolineare che sono grato per quello che mi sta succedendo. Il vero miracolo è
che ognuno di questi progetti, debuttare con un musical a Broadway, scrivere un
TV show per un network nazionale o vincere un Oscar per la migliore
sceneggiatura, sarebbe il sogno della vita. A me sta succedendo tutto in un
anno quindi me ne sto a testa bassa e spero che nessuno si accorga di quanto
sono fortunato.
Raccontaci la tua
ricetta preferita.
Sono un grande
appassionato di cucina grazie all’esperienza che ho fatto nei ristoranti e mi
piace moltissimo cucinare per la mia famiglia. Voglio condividere con te il
piatto che ho preparato per mia moglie quando eravamo ancora fidanzati e l’ho
invitata per la prima volta nel mio minuscolo appartamento di New York.
Le ho cucinato le costolette di maiale con una salsa davvero speciale. Prendi le
costolette di maiale tagliate alte e le condisci con molto sale grosso in modo
che si tosti in padella. Poi aggiungi pepe, origano, mostarda e un tocco di
miele (just a touch) per addolcire. Le cuoci in una padella a fuoco alto perché
siano ben rosolate all’esterno, ma tenere all’interno e poi aggiungi la salsa….alle
ciliegie!
La prepari come
una tipica salsa al pomodoro, però, l’ingrediente principale sono le ciliegie
che fai soffriggere con aglio e cipolla e poi cuoci condendo con jalapeno,
sale, pepe e coriandolo fresco. Quando le costolette sono pronte, servile con
la salsa sopra. Sono piccanti, dolci e salate allo stesso tempo: una vera
meraviglia.