Attore che divide il suo talento tra teatro, cinema e televisione GianMarco Tognazzi da qualche anno ha ridato vita al grande sogno del padre Ugo: condividere con il grande pubblico la passione per la cucina e per i prodotti della terra grazie a "La Tognazza".
Gli ho chiesto di parlare un po' di se', del suo rapporto con il cibo e di regalarci la sua ricetta preferita!
Quali sono le tre esperienze che hanno segnato dei punti di
svolta nella tua vita?
Il primo punto di svolta riguarda la mia professione di attore ed è stato sicuramente l’incontro con Beatrice Bracco. Oltre
ad avermi guidato nell’apprendimento del "metodo", Beatrice è stata anche
un’insegnante di vita. Grazie a lei ho cambiato totalmente il mio approccio nei
confronti del lavoro che volevo intraprendere.
Consequenziale al lavoro fatto con Beatrice, il mio
debutto a teatro ha rappresentato un altro momento importantissimo della mia
vita che ha anche coinciso con il
ritrovamento del mio rapporto con mio padre. Infatti, mi ha permesso di ritrovarmi con lui in maniera più
paritaria anche sotto il profilo professionale.
Un’altra grande svolta è stata trovare la
tranquillità sentimentale e una persona con la quale condividere la vita: mia moglie Valeria che mi ha dato i miei due figli Andrea Viola e
ultimamente Tommaso Ugo.
Regalaci un ricordo che ancora ti fa’ sorridere nei momenti di nervosismo.
Per tranquillizzarmi nei
momenti di nervosismo non mi appoggio ad un ricordo in particolare, ma mi sdoppio in un personaggio che si chiama Gastuan. E’ una specie di alterego uscito fuori dal nulla,
con un suo modo di parlare e di essere fuori dal comune. Grazie a lui oltre a
divertire gli altri, riesco a far ridere anche me stesso!
Parlaci del progetto “La Tognazza”.
Siamo partiti
dalle basi che lui aveva posto mantenendo fedelmente i suoi dettami (abbiamo persino riproposto l’etichetta che aveva disegnato per i vini) e
dalla gestione famigliare abbiamo dato vita ad una distribuzione che arrivasse
ad un pubblico più vasto. Ci tengo a sottolineare che “La Tognazza” e’ una filosofia
di vita più di una mera impresa commerciale: rappresenta il bello del mangiare
con gli amici condividendo i prodotti della terra e soprattutto il non prendesi
del tutto sul serio.
Un altro grande sogno sarebbe aprire un ristorante nel
quale riproporre le ricette di Ugo.
Quale è la prima ricetta che hai cucinato con tuo padre?
Gli
unici che si potevano avvicinare ai fornelli erano dei fidi assistenti che
eseguivano maniacalmente le sue indicazioni per la preparazione delle ricette se lui doveva, per esempio, andare
sul set. Ma era sempre lui a terminare il lavoro per le cene che dava quasi
quotidianamente.
Hai mai usato il cibo per sedurre?
Certo che si'! L’ho usato molto quando ero single e
chiaramente di nascosto mi appoggiavo alle ricette (più semplici) di Ugo. Credo
che la passione di Ugo sia nata anche perché l’uomo ai fornelli sprigiona un
certo fascino e riesce a conquistare.
Tu sei cresciuto in un’atmosfera impregnata di cucina e arte: quale film
secondo te incarna meglio il binomio “cibo e cinema”?
Che ci si riferisca ai film di Ugo o meno sicuramente “La Grande Abbuffata”. Incarna l’apoteosi
degli aspetti della vita: dal mangiare al morire, dalla seduzione al sesso,
dalla condivisione con gli amici alla solitudine. Tutti questi concetti erano
vissuti in casa Tognazzi e condivisi con Marco Ferreri che nella sceneggiatura del film li porta all’esagerazione. Inoltre, il cinema geniale precorre i tempi: quello che noi vediamo ne "La Grande Abbuffata" ha anticipato la normalità dei giorni nostri. Questo e' il genio irraggiungibile di talenti come Ugo Tognazzi e Marco Ferreri non per nulla hanno legato a stretto filo la loro vita professionale.
E ora regalaci la tua ricetta preferita.
C’e’ una ricetta di mio padre che oltre a piacermi da pazzi mi stuzzica in
tutti i sensi: le farfalle fuxia!
Ingredienti per 4 persone: 400 gr di farfalle, 2 o 3 barbabietole tagliate a dadini, 20gr olio, 30 gr burro, 1 cipolla, 1 bicchiere di vino bianco, 1 bicchiere di panna vegetale, sale, pepe, parmigiano reggiano, 1/2 limone, basilico.
In una padella si prepara il soffritto con il burro, l'olio e la cipolla tritata e si sfuma il tutto con il vino bianco. Poi si aggiungono le barbabietole gia' cotte e si condisce con sale e pepe q.b.
Si mescola fino a che le barbabietole non si siano amalgamate con il soffritto.
Se la crema appare troppo densa si puo' versare un goccio di latte.
Si rimette nella padella il composto per scaldarlo e si spreme 1/2 limone (stando sempre attenti a dosare il meglio possibile questa parte acida) per dare l'agrodolce. Chi vuole puo' aggiungere in ultimo anche del parmigiano reggiano.
Le farfalle devono essere scolate quasi al dente e versate nella padella in modo da amalgamarle con la crema mentre finiscono la cottura.
Si guarnisce il piatto con foglie
di basilco per dare il giusto impatto visivo.
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