domenica 13 settembre 2015

DA "BIRDMAN" ALLE COSTOLETTE IN SALSA DI CILIEGIE: I SEGRETI DELLO SCENEGGIATORE ALEXANDER DINALARIS

I’m back! Il viaggio di nozze intorno al mondo è stato assolutamente spettacolare e spero che abbiate avuto la possibilità di seguire le nostre avventure su Facebook, Twitter o Instagram e di scoprire insieme a noi bellissimi paesaggi, affascinanti città e gustosissimi piatti che non vedo l’ora di ricreare.
Alexander Dinelaris e Michael Keaton
ai Golden Globes 2015
Se avete ascoltato la prima puntata di “Guido al Cinema” in onda da oggi fino alla prossima estate tutte le domeniche su Radio Deejay alle 13 sapete già che mentre mi trovavo negli Stati Uniti ho intervistato Alexander Dinelaris Jr. uno dei quattro sceneggiatori del pluripremiato film “Birdman”. Classe ’68, Alexander, si è fatto conoscere nell’ambiente teatrale newyorkese tramite il suo lavoro di autore con piece come "Still Life", "Red Dog Howls" e il musical basato su "The Bodyguard" che hanno attirato l’attenzione di molti colleghi tra cui il regista messicano Alejandro Iñarritu. Insieme a Iñarritu, Nicolás Giacobone e Armando Bo ha scritto il suo primo film che gli ha regalato un Oscar e un Golden Globe per la miglior Sceneggiatura Originale.

Non mi sono lasciata scappare l’occasione di porgergli domande sulla sua carriera, gli Academy Awards, i progetti futuri, la sua ricetta preferita e…di chiedergli un segreto riguardante la sceneggiatura di Birdman: volete scoprirlo anche voi???

Da dove è cominciata la tua carriera? Ti ricordi il momento in cui hai pensato “Quello che voglio fare è scrivere?”
In realtà non ho mai preso la decisione di fare lo scrittore. Per gran parte della mia vita ho lavorato nella ristorazione per mantenermi e pagarmi gli studi e il mio sogno è sempre stato quello di diventare un regista teatrale. Purtroppo lavorando in un ristorante non trovavo mai il tempo di concentrarmi sulla mia carriera di regista. Nel 2000, all’età di circa 32 anni, una mia amica attrice mi ha chiesto aiuto per scegliere una scena da presentare in classe e non trovando nulla di adatto a lei ho scritto un pezzo senza neanche firmarlo. La messa in scena è andata talmente bene che mi ha convinto a concentrarmi sulla scrittura.
Ogni notte quando tornavo a casa dal ristorante intorno alle 2, ovviamente non avevo il tempo di dirigere una piece teatrale, ma potevo mettermi davanti al computer a scrivere. Pian piano le mie opere sono state apprezzate sempre di più e le persone che le avevano lette hanno cominciato ad ingaggiarmi per scriverne altre. Perciò si può dire che sia diventato uno scrittore "per caso".

Quale e’ la battuta che hai scritto e che ti rappresenta al meglio?
Tra tutte le battute che ho ideato, teatrali e cinematografiche, tengo particolarmente a quelle che contengono una certa dose di verità. Ricordo con emozione una scena di “Birdman” interpretata da Ed Norton ed Emma Stone che ho scritto io, anche se noi 4 sceneggiatori lavoravamo a stretto contatto.
I due personaggi stanno giocando a “obbligo o verità” seduti sul balcone esterno del teatro e lei gli chiede se vuole fare sesso, quando Ed/Mike le risponde di no Emma/Sam lo provoca dicendo "Se non avessi paura, che cosa vorresti farmi?”.
Da dove si trovano si vede una delle più belle ed evocative strade di Broadway, la 45esima, lui si avvicina e le confessa "Ti toglierei gli occhi dalla testa, e li metterei al posto dei miei per guardarmi attorno, così potrei vedere questa strada come la vedevo alla tua età".
Sono veramente legato a questa battuta perché è molto personale. Appena cominci a lavorare nel mondo del teatro e' tutto molto romantico e senti le farfalle nello stomaco, purtroppo dopo un certo periodo di tempo ti sembra che non ci sia più nulla di eccitante e il sentimento iniziale comincia a scomparire. E’ questo che prova personaggio di Edward e che ho provato spesso anche io. Ed è proprio quando qualcosa è vero e personale che prendono vita le battute migliori.

Le opere teatrali comunicano con un pubblico dal vivo mentre i film passano attraverso il filtro dello schermo. Voi, grazie alla particolare scelta del regista Iñarritu di seguire da vicino i personaggi con la camera siete riusciti a trovare un compromesso tra i due. Avete ideato un nuovo genere di teatro/cinema?
La scelta di ambientare la nostra storia in un teatro è stata presa per adattare la forma alla funzione. La visione iniziale di Alejandro era una commedia noir che esplorasse i meandri dell’ego e l'ibrido teatro/cinema ne è diventato l'ambientazione perfetta. Cosa poteva esserci meglio del teatro? Il teatro è pieno di ego, di monologhi e si presta anche all'intuizione di girare il film come se fosse un’unica ripresa.
Naturalmente il genere “teatrale” era già stato sfruttato prima di noi, penso ai film di Cassavetes e ad alcune pellicole di Woody Allen. Loro hanno creato una specie di teatro nel cinema raccontando una storia con le immagini e girando scene molto lunghe e recitate in maniera introspettiva. Non penso che abbiamo ideato un nuovo genere forse si può dire che, con Birdman, abbiamo “reinventato” il genere.

Difatti vi siete spinti oltre e avete inserito anche la figura del supereroe!
La verità è che anche qui si tratta di una questione di forma che si adatta alla funzione. I film di supereroi stavano dominando il botteghino da alcuni anni, se fossero stati i film western ad essere distribuiti maggiormente, avremmo scritto qualcosa legato a questo genere. La scelta sembrava appropriata al momento che stiamo vivendo e in più il supereroe rappresenta la definizione dell’ego. Era troppo perfetto: Birdman è diventato l’ego di Riggan.

Ci puoi raccontare un segreto sulla sceneggiatura di Birdman che non hai ancora detto a nessuno?
E vuoi che lo racconti a te???

Certo!
Ok! C’e’ stato un tempo prima che Birdman fosse Birdman in cui non era un supereroe a seguire il protagonista per il teatro, ma un famoso attore shakespeariano di nome Edwin Booth (n.d.r fratello di John Booth che assassinò Lincoln). Il film doveva avere luogo all’interno del teatro a lui dedicato su Broadway e avevamo immaginato che il fantasma del grande attore, magari interpretato da un Al Pacino con un lungo mantello nero, desse del filo da torcere a Michael Keaton dietro le quinte…ad essere sincero non avevamo ancora firmato con Michael e non avevamo contattato neanche Al Pacino…. (ride) Eccoti il tuo segreto!!

Dinelaris e' il terzo da sinistra
Non oso immaginare la grande emozione di vincere un Oscar: che progetti ti sono stati proposti dopo il 22 febbraio?
La cosa strana è che prima di vincere l’Oscar, noi quattro (Alejandro, Nico, Armando ed io siamo comunque amici e ci piace lavorare insieme), avevamo già deciso quale sarebbe stato il nostro successivo progetto. Questo perché quando abbiamo scritto Birdman non pensavamo che avremmo vinto dei premi….anzi non sapevamo neanche se il film avrebbe avuto degli spettatori! Perciò qualche tempo prima degli Academy Awards abbiamo accettato di creare per il canale Starz una serie televisiva intitolata “The One Percent” scritta da me e Nico e diretta da Alejandro. Per il momento non posso prendere in considerazione tutte le meravigliose offerte che sono arrivate dopo l’arrivo della statuetta perché stiamo lavorando a tempo pieno alle 10 puntate che andranno in programmazione in autunno 2016.

Però, nel frattempo hai trovato anche il tempo di scrivere un musical!
Si! Ho scritto il libretto di “On Your Feet” per Gloria ed Emilio Estefan basandomi sulla storia della loro vita e sulla loro esperienza Cubano-Americana. L’abbiamo già testato sulla piazza di Chicago per 6 settimane ed e’ andato veramente bene. Ora è arrivato il momento di portarlo a New York: cominciamo le prove in un teatro di Broadway il prossimo 15 settembre e andiamo in scena a partire dai primi di ottobre anche se la data ufficiale di apertura dello spettacolo sarà il 5 novembre. E’ veramente fantastico per me avere uno show che debutta a Broadway.


Sei uno scrittore davvero poliedrico: scrivi prosa, musical, cinema, televisione. C’e’ una forma di scrittura che prediligi sulle altre?
Sono tutte diverse, ma allo stesso tempo hanno tutte lo scopo di raccontare una storia. In questo periodo mi sto concentrando sulla televisione, fin da bambino sono stato affascinato dal cinema e ho fatto teatro tutta la mia vita. Poter scegliere rende il mio lavoro ancora più appassionante perché posso fare sempre cose diverse e non rimango bloccato in un solo genere.
Ci tengo a sottolineare che sono grato per quello che mi sta succedendo. Il vero miracolo è che ognuno di questi progetti, debuttare con un musical a Broadway, scrivere un TV show per un network nazionale o vincere un Oscar per la migliore sceneggiatura, sarebbe il sogno della vita. A me sta succedendo tutto in un anno quindi me ne sto a testa bassa e spero che nessuno si accorga di quanto sono fortunato.

Raccontaci la tua ricetta preferita.
Sono un grande appassionato di cucina grazie all’esperienza che ho fatto nei ristoranti e mi piace moltissimo cucinare per la mia famiglia. Voglio condividere con te il piatto che ho preparato per mia moglie quando eravamo ancora fidanzati e l’ho invitata per la prima volta nel mio minuscolo appartamento di New York. 

Le ho cucinato le costolette di maiale con una salsa davvero speciale. Prendi le costolette di maiale tagliate alte e le condisci con molto sale grosso in modo che si tosti in padella. Poi aggiungi pepe, origano, mostarda e un tocco di miele (just a touch) per addolcire. Le cuoci in una padella a fuoco alto perché siano ben rosolate all’esterno, ma tenere all’interno e poi aggiungi la salsa….alle ciliegie!

La prepari come una tipica salsa al pomodoro, però, l’ingrediente principale sono le ciliegie che fai soffriggere con aglio e cipolla e poi cuoci condendo con jalapeno, sale, pepe e coriandolo fresco. Quando le costolette sono pronte, servile con la salsa sopra. Sono piccanti, dolci e salate allo stesso tempo: una vera meraviglia.

1 commento:

  1. Buongiorno Elena, davvero invitante la tua ricetta, l'abbinamento tra carne e ciliegia è straordinariamente sfizioso, anche se a dire il vero non l'ho ancora provato, ma lo farò sicuramente ... ti abbraccio Rita M

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