giovedì 17 novembre 2016

ANIMALI NOTTURNI: PERCHE' VEDERE IL NUOVO FILM DI TOM FORD


Ho visto il nuovo film di Tom Ford, ANIMALI NOTTURNI, in anteprima piu' di una settimana fa e il mio apprezzamento nei confronti di questa meravigliosa pellicola e' cresciuto di giorno in giorno mentre ne rielaboravo trama e realizzazione.

Per questo ho preferito aspettare la vigilia della sua uscita al cinema in Italia e USA per scriverne, in modo da poter farvi una recensione che incarnasse al meglio tutte le mie sensazioni.

Lasciatemi premettere che non mi capitava da tempo di vedere un film che mi lasciasse una tale potente voglia di rielaborazione, una voglia di scavare le scelte stilistiche dello sceneggiatore/regista e attoriali degli interpreti.

Io stessa rileggendo queste prime righe penso: "Come sei  seria, Elena!" :) E' vero, di solito le mie recensioni hanno un altro tono, e il merito lo devo tutto a Tom Ford e ai suoi attori.

ANIMALI NOTTURNI, grazie alla sua struttura narrativa pur potendo essere etichettato come "film drammatico" ha anche molti risvolti polizieschi e thriller quindi non rappresenta la "tipica" pellicola introspettiva e riflessiva che puo' attirare solo una determinata fetta di pubblico. Ha il potere, se distribuito nel modo giusto, di raggiungere un'audience ampia e diversificata che senza dubbio uscira' dalla visione sia sconvolta che arricchita.

La grande capacita' di Tom Ford sta proprio nel fatto di intrettenere e allo stesso tempo far riflettere mostrando uno spaccato della "cultura fortemente usa e getta" che lui e noi conosciamo cosi' bene. Una cultura dove le scelte di vita vengono spesso prese senza pensare alle conseguenze che possono comportare.

Ed ecco che Susan, ricchissima e affermata gallerista di Los Angeles, si vergogna di lamentarsi della sua vita straordinariamente privilegiata, ma allo stesso tempo si sente profondamente sola e infelice. Mentre suo marito e' come sempre in viaggio d'affari, animale notturno suo malgardo, visto che soffre di insonnia, di notte Susan legge il manoscritto inviatole dal suo ex marito Edward, lasciato molti anni prima perche' non all'altezza dei suoi standard.

Standard imposti dalla societa' e dalla famiglia che nel tempo l'hanno, pero' resa arida e stanca delle apparenze.

Il libro scritto da Edward si apre con una dedica "A Susan", ma il suo contenuto, anche se apparentemente pura fiction, e' violento, aggressivo e devastante: Tony e la sua famiglia durante un viaggio notturno vengono fermati da tre poco di buono che rapiscono, struprano e uccidono moglie e figlia, lasciandolo solo a chiedersi se avrebbe potuto regire e se potra' mai trovare pace.

Leggendo, Susan ricorda improvvisamente un'affermazione di Edward "lo scrittore scrive sempre solo di se stesso" e capisce che il libro e' una vendetta che vuole costringerla a scavare nella sua memoria e a fare i conti con la sua scelta di vita.

La scelta narrativa di mostrare gli avvenimenti del libro come parte del film ci fa vivere la proiezione di Susan della trama dando la possibilita' al regista di rendere lo spettatore la coscienza stessa della donna, infatti tanti piccoli indizi visivi sono stati seminati ad arte per permetterci di riconoscere quanto l'abbandono traumatico di Susan abbia spinto Edward a scrivere proprio questa storia.

Un plauso grandissimo se lo meritano gli attori Amy Adams, Jake Gyllenhall (che intepreta sia Edward che il protagonista del suo libro Tony) e Michael Shannon nel ruolo del polizziotto "narrativo" che si prodica per trovare gli assassini della famiglia di Tony.

Sopra tutti, comunque, troneggia il genio indiscusso di Tom Ford, che si e' concentrato, esattamente come nell'acclamata opera prima A Single Man, con uguale intensita' sia sulla parola scritta che sull'immagine.

Supportato dal suo magistrale talento di stilista ed esteta ha curato in maniera spettacolare le ambientazioni e i costumi (fenomenali, ma nessuno di marca Tom Ford) tanto quanto la fotografia. Ogni immagine e' un'istantanea che prende vita grazie alla forza attoriale dei protagonisti e ogni evento rimane impresso nella mente dello spettatore dalla prima inquadratura all'ultima.



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