domenica 29 maggio 2016

THEO TRAVERS CI SVELA I SEGRETI DELLA WRITERS' ROOM DI UNA SERIE TV

Non posso che essere super fiera del mio blog questa settimana: dopo aver analizzato il  libro Totally Lost insieme al suo autore Mauro de Marco ho avuto la grande opportunita' di intervistare THEO TRAVERS, uno degli sceneggiatori del serial americano HOUSE OF LIES.

Theo e' stato cosi' generoso da aprirci porte della writers' room, ovvero la fatidica sala conferenze dove si riuniscono gli autori di una serie quando pongono le basi di una nuova stagione, e da condividere le esperienze che l'hanno portato ad essere uno sceneggiatore di successo nel competitivo show biz losangelesiano.

Non vi rubo altro tempo perche' sono sicura che non vediate l'ora di conoscerlo meglio!

Parlaci di te: quali sono le tre esperienze che ti hanno portato a questo punto della tua carriera?
Sono nato a Chicago, figlio di una musicista classica e di un meccanico di aerei militari. Entrambe le carriere dei miei genitori mi hanno influenzato a diventare uno scrittore. Infatti, anche se uno sceneggiatore ha bisogno di un profonda capacita' creativa, deve anche comprendere le restrizioni di budget e di tempo e tutti gli aspetti della produzione televisiva. E' un po' come comporre un opera e aggiustare un motore allo stesso tempo!

Inoltre, sono stato fortunato ad aver scoperto un interesse nei confronti della sceneggiatura quando ero molto giovane perche' non avevo la minima idea che ci sarebbero volute 2 decadi per "farcela". Ho cominciato a scrivere video fin dalle superiori, poi ho visto che nei crediti del film "Boyz N the Hood" il filmmaker John Singleton ringraziava il Filmic Writing Program dell'Universita della California del Sud (USC) e la cosa mi colpi' come un fulmine. Non avevo proprio immaginato che si potesse andare a scuola per studiare come fare i film! Tutto questo, naturalmente, accadeva nei Tempi Oscuri del P.I. (Prima di Internet) e la scoperta fu per me un momento fondamentale, perche' ha reso un progetto tangibile quello che poteva sembrare solamente un sogno. Ho fatto di tutto per alzare i miei voti per poter fare domanda nelle universita' piu' prestigione e, alla fine, anche se ero stato accettato alla USC ho deciso di iscrivermi alla New York University perche' sapevo che vivere nella Grande Mela avrebbe acceso il mio cervello all'ennesima potenza.

La seconda cosa che ho fatto per supportare la mia carriera e' stato, stranamente, prendere un'altra strada. Dopo anni vissuti a New York tentando di sfondare come scrittore sono tornato a casa in Georgia. Non mi stavo dando per vinto, ma semplicemente mi sono dato la possibilita' di chiarirmi le idee, di risparmiare dei soldi e di cercare un approccio differente perche', evidentemente, quello che stavo facendo non era giusto! Il cambiamento di scenario mi ha dato l'opportunita' di fare un lavoro che probabilmente non avrei potuto fare da nessun'altra parte -- il news reporter nella stazione televisiva che mi aveva accolto come stagista quando ero alle superiori o nelle pause universitarie. E' venuto fuori che i direttori di TG cercano esattamente la stessa cosa dei produttori di Hollywood: una buona storia. In tre anni sono stato catapultato in un mondo diverso, ho vinto alcuni premi giornalistici, ho affinato le mie capacita' di scrittore dovendo cercare contenuti ogni giorno con una deadline molto stretta, ho imparato moltissimo da un diverso gruppo di persone e a volte mi divertivo talmente tanto che perdevo di vista quale era il mio scopo finale.

Il che mi porta alla terza cosa giusta che ho fatto per me stesso e la mia carriera: trasferirmi a Los Angeles. La maggior parte delle decisioni creative cinematografiche e televisive sono prese qui. Tutti i network televisivi, le majors, le case di produzione e le agenzie di talenti agiscono in un raggio di 12 miglia e la maggior parte delle persone che ci lavora vive ad LA. Certo puoi scrivere ovunque, girare un film indipendente, vincere festival e magari ottenere una certa popolarita', ma prima o poi sarai chiamato per un meeting e quel meeting sara' fissato a Los Angeles! Ho deciso di ridurre le distanze e venire alla fonte e la cosa meravigliosa e' che ho scoperto che adoro vivere qui: non c'e' niente di meglio che avere il sole tutto l'anno.

"House of Lies", la serie TV che hai sceneggiato per 5 anni e' stata mandata in onda anche in Italia sulla piattaforma Sky. Raccontaci da dove siete partiti per scrivere la trama.
House of Lies incarna la satira sovversiva americana al proprio massimo e, allo stesso tempo, e' un baccanale ambientato nel mondo del managment consulting. Pensa ad "Una Notte da Leoni" delle commedie "da ufficio"! E' volgare, e' sporca, e' bruciantemente onesta. Don Cheadle e Kristen Bell sono Marty Kaan e Jeannie Van Der Hooven, due delle moltissime persone assunte dalle grandi societa' per risolvere i loro problemi di gestione. Spesso "risolvere" significa licenziare un'intera porzione dell'azienda o cacciare un CEO portaguai con uno stipendio stellare. Il creatore dello show Matthew Carnahan, come molte persone si era infuriato per via del comportamento sconsiderato tenuto dalle corporations e dalle banche che ci ha condotto alla crisi finanziaria del 2008. E questa era la sua risposta creativa per riprendersi da una recessione nella quale si troviamo ancora. Gli eroi di House of Lies riflettono le parti piu' cinice di noi stessi e i clienti che loro spennano sono ancora peggio, questo ci rende piu' facile tifare per loro.


Sono cusiosissima (come immagino i miei lettori) di sapere cosa succede nella writers' room quando si pongono le basi di una nuova stagione di una serie TV: qual'era il processo creativo del tuo team e come veniva diviso il lavoro? (siamo anche interessati a sapere come vi organizzate per il pranzo :)
Ti diro' un segreto: non succede assolutamente nulla nella "writers' room" prima che tutti si siano serviti il caffe' e si sia deciso cosa mangiare per pranzo. Dico sul serio! Puo' passare un'ora intera sull'argomento cibo prima che si possa cominciare a lavorare.

Naturalmente ogni serie e' diversa. Il nostro gruppo di sceneggiatori era composto da 5 persone. Ci incontravamo tutti i giorni dalle 10 alle 17 in una stanza con un tavolo al centro e un gran numero di lavagne bianche tutte intorno. Cominciavamo il lavoro raccontandoci esperienze personali, idee che avevamo sulla serie, e a volte lasciando divagare la mente anche su argomenti che non avevano nulla a che fare con la trama: era un'esperienza decisamente drenante sia dal punto emotivo che mentale (specialmente per l'assistente che doveva prendere appunti per distribuire un report giornaliero sui nostri progressi).

Una volta decisa la trama della stagione, discutevamo "per punti" i vari episodi tutti insieme, ovvero, definivamo la storia principale e il cambiamento a sui sarebbero stati sottoposti i personaggi. Ogni volta che trovavamo uno spunto che funzionava uno di noi si alzava e lo appuntava sulle lavagne in modo da avere sempre sottocchio tutte le questioni che dovevano essere al centro delle nostre sceneggiature. Una volta che tutto e' chiaro i produttori esecutivi assegnavano a se stessi o al resto dello staff le singole puntate. A quel punto ognuno di noi tornava nel proprio ufficio o a casa per scrivere le scalette e i dialoghi. Ci scambiavamo sempre le nostre impressioni sul lavoro prima di inviare al network (ndr l'emittente Showtime) gli script anche perche' una sceneggiatura televisiva e' un'opera in costante revisione partendo dalla produzione passando dai registi e spesso anche dagli attori quando cominciano le prove. E' un processo creativo molto divertente e organico.

Segui una particolare routine quando scrivi?
Certo, prima di tutto mi faccio prendere dal panico...poi mi dispero e poi, quando non c'e' piu' tempo per il panico, comincio a scrivere qualcosa che risulta abbastanza buono. A quel punto ho qualcosa su cui lavorare e lo perfeziono. Di solito preferisco scrivere la mattina (dopo il caffe') o la sera tardi quando non ho distrazioni. Quando non ho deadline troppo vicine scrivo a mano su un blocco, cosa che trovo meno inquitante del cursore che del computer che mi guarda mentre tento di concentrarmi.

Anche se l'esperienza di House of Lies e' finita, sono sicura che tu abbia molti altri progetti sui quali stai lavorando. Dove trovi l'ispirazione? La vita reale, il tuo background di giornalista, libri, film, tv...la tua creativita'?
Qualsiasi cosa puo' essere materiale grezzo per una storia. Chiunque sia o viva con uno scrittore lo sa molto bene. La scintilla di un'idea puo' venire dall'osservare uno spazio pubblico o dal leggere una frase in un libro. Ti confesso che io tengo una "banca" di idee, un file nel quale inserisco qualsiasi idea folle che mi venga per un film, serie TV o per un personaggio interessante. Quando decido su che progetto lavorare, pero', tengo sempre a mente anche delle considerazioni di commerciabilita' e comunque cerco sempre di scrivere un pezzo che mostri le mie capacita' e il meglio di quello che possa o voglia fare. Mi piace scrivere dialoghi colloquiali e leggeri che rivelino molte piu' cose in cio' che non viene detto e sono molto "filmico" nel modo di immaginarmi le storie. Per questo tendo a raccontare piu' nella parte descrittiva della sceneggiatura e lasciare che i diloghi giochino contro cio' che viene visto.

Quale e' la tua serie preferita?
Il mio show preferito di sempre e' THE TWILIGHT ZONE. Penso che il creatore Rod Serling sia stato un vero precursore dei tempi parlando di questioni sociali attraverso parabole fantascientifiche. Anche solo sentire la sigla iniziale bastava ad inchiodarmi davanto allo schermo. Inoltre, il format antologico (molto in voga oggi) ci dava la possibilita' di vivere ogni volta un'esperienza diversa dando a ciascun episodio un tono unico e differente sia dal punto di vista della rilevanza sociale della trama che dell'intrattenimento. Adesso che ho esperienza di televisione provo ancora piu' rispetto per lo show, soprattutto per come gli sceneggiatori sono stati capaci di scrivere una tale quantita' di trame ispirate senza la convenienza dei mezzi teconologici moderni come le email o lo streaming digitale dei giornalieri. E' veramente scioccante.

Passiamo al cibo! Puoi condividere con noi la tua ricetta preferita e la storia che la caratterizza?
Mia madre lavorava moltissimo quando ero un bambino: insegnava a scuola, dava lezioni private di canto e di piano e suonava l'organo per la funzione in chiesa. Non aveva molto tempo da passare in cucina, quindi quando lo faceva era un vero regalo. Uno dei suoi piatti che amavo di piu' e la CHEESECAKE ALLA FRAGOLA. La faceva probabilmente una volta all'anno nel periodo di Natale e se, anche adesso, ho bisogno di qualcosa per tirarmi su di solito questa torta mi aiuta.

Ingredienti: per la base 300gr di biscotti friabili integrali, 180gr di burro freddo, 120gr di zucchero di canna. Per il ripieno 500gr di Philadelphia, 150gr di zucchero, 3 cucchiai di succo di limone, estratto di vaniglia, un pizzico di sale, 3 cucchiai di farina, 3 uova. Per la decorazione 300 ml di panna acida, 3 cucchiai di zucchero, 1/ cucchiaino di estratto di vaniglia, fragole intere, salsa ai frutti di bosco.

Preriscaldate il forno a 180 gradi e nel frattempo preparate la base. Spezzettate i bisotti e frullateli finemente in un mixer, poi aggiungere lo zucchero di canna e il burro tagliato a cubetti e continuate a mixare fino a che il tutto non si sia amalgamato. Foderate la tortiera con carta da forno e stendete il composto sulla base e sui lati per 2/3 centimetri. Cuocete in forno per 10 minuti, poi lasciate raffreddare e nel frattempo preparate il ripieno (PS non spegnete il forno).

Mescolate in una terrina la Philadelphia a temperatura ambiente, lo zucchero, il succo di limone, l'estratto di vaniglia e il sale. Continuando ad amalgamare il tutto aggiungete prima la farina poi le uova. Versate il ripieno nella teglia e infornate per 55 min fino a che la superficie non sia sollevata e un po' crepata ai lati. Fate raffreddare per 10 minuti e nel frattempo preparate la prima decorazione (PPS non spegnete il forno).

Mescolate in un'altra terrina la panna acida con lo zucchero e l'estratto di vaniglia. Stendetela con un cucchiaio su tutta la torta e infornate per 5 minuti fino a che non si rassodi. Ora potete spegnere il forno :) fate raffreddare la torta per una notte e il giorno dopo decoratela con le fragole intere e la salsa di frutti rossi.


SCREENPLAYER THEO TRAVERS SHARES HIS INSIGHTS ON WRITING FOR TV

I can't thank enough THEO TRAVERS for being so generous and sharing with us the secrets of a writers' room and some pieces of advice on how to make it as a screenwriter in the US.

And he knows all about it!

After graduating at the prestigious Tisch School of the Arts at NYU and winning awards as a TV reporter, he moved to Los Angeles and kept working on his craft till he landed a position as a writer on Showtime's HOUSE OF LIES, whose cast is led by Academy Award nominated and Golden Globe winning actor Don Cheadle.

If you are not impressed yet (which you should) keep reading....

Tell us something about yourself: which are the three experiences that brought you where you are right now professionally?
I was born in Chicago the son of a classically-trained musician and a military aircraft mechanic. Both of their influences have helped me to be a screenwriter. Naturally, one needs a deep well of creativity. But the tight budgetary concerns and time restrictions of making television require an understanding of all aspects of production and writing to it in some regards. It’s a bit like composing an opera and fixing a car at the same time.

I’m lucky that I discovered an interest in writing at an early age because I had no idea it would take nearly two decades to “break-in” to the industry. I started writing short fiction and shooting videos in high school for fun. One day, I saw filmmaker John Singleton thank University of Southern California’s Filmic Writing Program in the closing credits of his feature directorial debut, “Boyz N the Hood.” I thought, “people can go to school and study how to make movies?” It blew my mind. This was before the resource was widely known, in the dark ages known as B.I. (Before Internet). The discovery of film school alone was a pivotal shift for me. Suddenly this notion of writing for the screen went from a pipe dream to a tangible goal, in my head at least. It gave me a focus. And I poured every ounce of my energy toward bringing my grades up enough to get into one of these prestigious programs. I got accepted to USC, but ultimately decided to go to New York University instead. Studying and living in New York City set my brain on fire. Being surrounded by so many artists was inspiring. It also demystified the process of pursuing writing as a career.

The second biggest thing I did to help my career was, oddly, walking away from it. It gave me the space to decide if it was what I really wanted and the life experience I needed to follow-through once I did. After years of trying to break through as a writer in New York, I moved back home to Georgia. I wasn’t giving up exactly, but I needed a chance to regroup, save money, and come up with a different approach because what I was doing in my early twenties wasn’t working. That change of scenery allowed me an opportunity to do something I probably wouldn’t have been able to do anywhere else -- work as a television news reporter. The very station that allowed me to edit videos in high school, and run studio cameras during the summers I was in college, also gave me a shot at being a reporter. Turns out news directors are looking for the same thing Hollywood producers are - a good story. Within three years, I catapulted to a Top 50 U.S. market and picked up a few journalism awards along the way. I also cut my teeth as a writer by having to produce content every day on a tight deadline. I met, and learned from, so many interesting people in those years and discovered a lot about myself in that time too. I was having so much fun at times, I almost lost sight of what I originally set out to do.

Which leads me to the third best thing I did for myself: moved to Los Angeles. Most creative decisions about what U.S.-made movies or TV shows are made here. All the networks, studios, production companies and talent agencies operate within a 12-mile radius of each other. And a majority of the people that work there live in Los Angeles as well. Yes, you can write from anywhere. And you can make an indie film, get into a festival and garner attention that way. But eventually, you’ll be asked to take a meeting. And most likely, that meeting will be in Los Angeles. I decided to cut the middle-men out of the equation and come right to the source. Turns out, I love living here. You can't beat the sunny, warm weather year round.

The show you worked on, “House of Lies”, will be broadcast in Italy starting from its first season on the Sky platform. “Pitch” it to the Italian viewers: what will we love about it?
HOUSE OF LIES is subversive American satire at its best, a Dionysian romp through the world of management consulting. Think THE HANGOVER of office comedies. It’s vulgar, it’s dirty, it’s searingly honest. Don Cheadle and Kristen Bell star as Marty Kaan and Jeannie Van Der Hooven, two of many people hired by powerful corporations to fix internal problems. Often the “fix” involves laying off an entire portion of said company’s work force or booting a troublesome CEO out with a huge payday. Show creator Matthew Carnahan, like many people, was angry with the reckless greed of corporations and banks that led to the global financial crisis of 2008. This was, in many ways, his creative response to the recession we’re still trying to climb out of. The heroes of HOUSE OF LIES reflect the most cynical parts of ourselves. The clients they rip off are even worse, so it makes it easier for us to root for them.

All my readers are big fans of US TV series and (like myself) they are dying to know what happens in the writers’ room. What was your team’s creative process and the process for writing your own episodes? (we are also interested in the lunch arrangement!)
First of all, nothing ever gets done in a writers’ room until everyone has coffee and we’ve figured out what we’re doing for lunch. Seriously, a whole hour could go by before any work gets done. Every show is different. With HOUSE OF LIES, there were five writers on staff. We’d meet around 10am - 5pm, Monday through Friday. Comfortably seated around a conference table surrounded on all sides by white boards. We sit around, joke, pitch, share personal stories that sometimes pertain to what we’re discussing, sometimes not. It’s a very intimate and emotionally/mentally draining experience by the end of the day. Especially for the writers’ assistant who is transcribing our discussion for 8 hours like a court reporter. Later, he distributes those notes for us to look back to reference what was discussed.

As a staff, we “break” the season and each episode as a group. That essentially means we’re discussing the major story and character turns. We debate and discuss. Once we land on something that everyone thinks works, one of us will go up and write it on the white board. It helps to have it up to see when we’re going through story to make sure we’re paying off everything we’re setting up. Once we’ve figured out what’s going where, then the executive producers will assign themselves and other writers episodes. Then we’ll go away to our offices (or write from home) to crank out outlines and scripts. We give each other notes before sending to the network for their notes. And it’s constant revisions all the way up to production where material is often tweaked in on-set rehearsals. It’s all a very organic and fun creative process.

As for lunch, we usually order from restaurants nearby and have a working lunch, where we eat around the table together and continue discussing the show. (No siestas in the states sadly.) Our favorites included Bloom, PublicSchool, and East Borough

Do you have a specific routine you follow when you write?
Panic. Then panic some more. Then, with no more time left to panic, I write something that turns out half-bad. Then I go back in and make it better. I tend to prefer writing in the morning after coffee or late at night when there are fewer distractions. When time permits, I prefer to write longhand on a legal pad first. It's more comforting to me than seeing a cursor blinking back at me when I'm trying to brainstorm.

Even if the experience of House of Lies has finished, I’m sure you have exciting new projects you are working on. Where do you get your inspiration? Real life, your journalist’s background, books, films, tv…your own creative mind… 
Everything is fodder for story. Anyone who is, or lives with, a writer can attest to that. It could be an observation in a public space, or a line of prose in an essay I’ve read, that sparks an idea. I keep an idea bank actually, a file with every crazy idea I’ve come up with for a movie, TV show, or just an interesting character. When it comes to deciding a project to write, I often have some commercial considerations to make. Mostly it’s about making sure I write a sample that showcases the best of what I like to do. I enjoy sparse, conversational dialogue that reveals more in what’s not said than what is. I’m also very filmic in the way I imagine stories in my head. So I tend to tell as much of the story in moving images as I can, and let what’s said support or play against what you see.

What is your favorite TV show ever you would have loved to write for?
Probably my favorite show of all time is THE TWILIGHT ZONE. I thought creator Rod Serling was so ahead of his time addressing social issues as science fiction parables. The theme song alone was enough to draw me in. But the anthology format gave way to an entirely new experience with each episode, while providing tonally something uniquely its own thing, both relevant and entertaining. The writing was so sharp and usually gave way to a surprising twist at the end. Now that I’ve worked a bit in television I have so much more respect for the show. How they were able to produce such a high volume of inspired work without the modern convenience of say email or digital streaming dailies is mind-boggling.

As an experienced TV writer, how much do your think platforms like Netflix, Amazon, Hulu are changing the game?
The arrival of digital content aggregators-turned-studios, like Netflix, is as disruptive to TV as cable was to the big U.S. broadcasters in the 1980s. Maybe even more so, because consumers in the digital age are, in a way, becoming their own programmers -- picking and choosing what they want to watch, when they want to watch it. It’s an exciting time for creators because never before have there been so many platforms from which to launch. And now that the audience is more segmented, the demands for how far-reaching a show needs to be has narrowed a bit, allowing for even more unique characters and formats that may not have been made twenty or thirty years ago.  

Now comes the food! Can you tell us about your favorite recipe and the story that makes it special?
My mother worked a lot when I was a kid. She taught school, private voice and piano lessons, and played organ for church. She had little time to spend in the kitchen. So when she did, it was a treat. One of my favorite things she ever made was a GRAHAM-CRACKER CRUST STRAWBERRY CHEESECAKE. She probably made it once a year, around Christmas time. And if I ever need a pick-me-up, this does the trick:

Ingredients: For crust 20 whole graham cracker (10 ounces total), 3/4 cup unsalted butter, 1/2 cup packed golden brown sugar. For filling 4 8-ounce packages cream cheese, 1 3/4 cups sugar, 3 tablespoons fresh lemon juice, 2 1/2 teaspoons vanilla extract, pinch of salt, 3 tablespoons all purpose flour, 5 large eggs. For topping 2 cups sour cream, 3 tablespoons sugar, 1/2 teaspoon vanilla extract, 2 16-ounce baskets strawberries, 1 18-ounce jar raspberry jelly.
Make crust: Position rack in center of oven and preheat to 350°F. Wrap foil around outside of 10-inch-diameter springform pan with 3-inch-high sides. Combine broken graham crackers, chilled and diced butter and sugar in processor. Blend until crumbs begin to stick together. Press crumbs onto bottom and 2 3/4 inches up sides of springform pan. Bake crust 10 minutes. Transfer to rack and cool while preparing filling. Maintain oven temperature.

Make filling: Beat room temperature cream cheese, sugar, lemon juice, vanilla and salt in large bowl until very smooth. Beat in flour. Add eggs and beat just until blended. Pour batter into crust. Bake cheesecake until outer 2-inch edge of cake is puffed and slightly cracked, center is just set and top is brown in spots, about 55 minutes. Transfer cake to rack. Cool 10 minutes. Maintain oven temperature.

Make topping: Whisk sour cream, sugar and vanilla in medium bowl to blend. Spoon topping over cake, spreading to edge of pan. Bake until topping is just set, about 5 minutes. Remove from oven. Run knife between crust and pan. Chill overnight. Release pan sides from cheesecake. Arrange whole berries, points facing up, atop cheesecake; cover completely. Stir jelly in heavy small saucepan over medium-low heat until melted. Cool to barely lukewarm, about 5 minutes. Brush enough jelly over berries to glaze generously, allowing some to drip between berries. 

giovedì 26 maggio 2016

MAURO DE MARCO CI RIPORTA SULL'ISOLA CON "TOTALLY LOST"

Autore, scrittore e voce radiofonica di Radio Deejay, MAURO DE MARCO e' senza dubbio uno dei maggiori conoscitori di serie TV con il quale abbia avuto il piacere di conversare.

Non solo ha pubblicato quattro anni fa l'ebook TOTALLY LOST, una vera e propria opera "enciclopedica" sulla serie piu' analizzata del mondo, ma ha anche scritto il libro Timeline TV diviso in due volumi. Nel primo, uscito in versione digitale un paio di anni orsono, Mauro racconta la storia dei telefilm dagli albori della televisione fino ai Soprano, mentre nel secondo, gia' terminato e presto disponibile, parlera' della genesi di tutti gli show, ormai promossi all'accezione di "serie TV", dai Soprano ai giorni nostri.

Il suo primo ebook, TOTALLY LOST, ha avuto talmente tanto successo da attirare l'attenzione di Amazon che ha deciso di stampare anche la versione cartacea, acquistabile online da qualche settimana e prenotabile presso le vostre librerie di fiducia.

Naturalmente, io l'ho comprato e mi sono subito ricatapultata nei meandri dell'Isola: non potevo trovare guida migliore di Mauro! 

Come e' nato il progetto di Totally Lost?
In maniera assolutamente casuale: negli anni in cui la serie era in onda scrivevo dei post su facebook dando la mia personale interpretazione su quanto accadeva inclusa l'ultima puntata che ho spiegato in un commento lunghissimo.
Un mio amico che mi leggeva e aveva appena aperto una casa editrice per contenuti digitali (ndr area51 Publishing) mi ha suggerito l'idea di scrivere un intero libro su Lost. Di primo acchito gli ho riso in faccia! 
La verita' e' che mi sembrava un'impresa troppo complicata. Poi mi sono reso conto che moltissime persone non avevano compreso (o accettato) il finale, quindi mi sono detto: "Facciamo un libro dove includiamo tutto, ma proprio tutto: aneddoti, informazioni, dietro le quinte, esposizione dettagliata delle puntate...". Per terminarlo ci abbiamo messo un anno, soprattutto per completare la parte della descrizione dei vari episodi, ma ne e' valsa la pena perche' ora e' una miniera d'oro per chi vuole ributtarsi a capofitto sull'isola senza sentirsi completamente "perso".

Descrivici il tuo libro in 3 aggettivi.
Completo: abbiamo giocato, non a caso, sul titolo TOTALLY LOST. Soddisfacente: mi hanno reso veramente felice sia la riuscita che i feedback positivi sull'ebook di quattro anni fa e sulla novella versione cartacea. Sfizioso: sono andato a ricercare tutte le curiosita' possibili ed immaginabili. Per spiegare il nostro lavoro omaggiando il tuo blog si puo' dire che "abbiamo cucinato una pietanza molto gustosa per il palato degli amanti di Lost."

Avendo esaminato tutta la trama nei minimi dettagli, hai imparato qualcosa che gli autori volevano svelare solo a coloro che prestavano particolare attenzione?
Gli sceneggiatori hanno messo in campo diverse filosofie sulla condizione umana, soprattutto  sul libero arbitrio, rapportandole ai singoli personaggi (Desmond, Jack, Locke, Sawyer, Kate...incarnano ognuno un punto di vista differente), ma non hanno mai lasciato che una "verita'" filosofica prevalesse sull'altra.
Invece, dal punto di vista scientifico ho imparato davvero molto perche' gli autori hanno applicato alla trama delle teorie che ai piu' sembrano fantascienza, ma che, in realta', sono al centro di serissimi studi scientifici. Quella che mi ha affascinato di piu' e' l'ipotesi dell'esistenza di un "wormhole" che potrebbe permettere i viaggi nel tempo. E' denominato cosi' perche' si considera l'esempio del vermiciattolo che buca una mela e arriva all'altra estremita' creando un cunicolo e partendo dall'idea che il tempo abbia piu' dimensioni gli scienziati stanno cercando, appunto, un tunnel che ci possa portare da un'altra parte. Questo concetto viene semplificato e mostrato anche in Lost quando, nella quinta stagione, i protagonisti imbarcandosi su un volo aereo si infilano in un buco nello spazio.

Se avessi avuto a disposizione uno degli autori di Lost prima di aver messo il "punto" finale al tuo libro, cosa gli avresti chiesto?
Carlton Cuse con Horge Garcia (Hurley)
Tra tutti gli showrunner avrei conosciuto volentieri Carlton Cuse (uno dei fautori del successo di Arma Letale e ora autore del serial Bates Motel) e gli avrei chiesto un aneddoto su quello che accadeva nella writers' room e come hanno preso vita le storie che ci hanno tenuti incollati allo schermo.
Sulla trama, pero', avrei fatto solo i miei complimenti: io sono uno di quelli a cui e' piaciuto il modo in cui l'hanno chiusa, al contrario di altri che si sono lamentati a gran voce tramite internet e i social. Infatti, ci tengo a dire che il finale di Lost non e' stato cosi' controverso come sembra, il problema e' che i mezzi di informazione si sono fermati al malcontento degli utenti del web.

Mi porti a chiederti: quanto importante e' stata la rete per il successo di Lost?
I produttori hanno capito da subito che la rete sarebbe stato un mezzo potentissimo. Pensa che la serie che prima di Lost aveva raggiunto una grandissima popolarita' era stata X-Files e in quel caso la produzione si era impegnata a far bloccare tutti i siti internet che ne parlavano perche' non ne aveva capito le potenzialita'. Ebbene, Lost ha fatto esattamente il contrario: ha promosso al massimo la partecipazione attiva degli spettatori prima lasciando che nascesse una sorta di social network ante litteram che si chiamava "The Fuselage" dove gli appassionati si scambiavano idee sulle singole puntate, poi creando gli Alternate Reality Game (giochi legati alla trama della serie e caricati su siti appositi).
Negli anni la rete si e' sviluppata sempre di piu' e gli utenti hanno cominciato a sentirsi soggetto paritario con gli sceneggiatori esprimendosi molto apertamente sulle scelte narrative. Questo e' uno degli aspetti che ha caratterizzato Lost e che ora e' arrivato all'ennesima potenza in Italia con Gomorra e negli States con Il Trono di Spade.

Se ci fosse la' fuori qualcuno che non ha mai visto Lost...
La' fuori dove??? (ndr ride)

...consiglieresti di guardarlo anche adesso? (E poi leggere il tuo libro)
Voglio sottolineare che si puo' acquistare TOTALLY LOST solo se avete visto la serie. Comunque, indipendentemente dal libro, io consiglio di guardare Lost prima di tutto perche' e' ancora molto attuale dal punto di vista produttivo, basta vedere come il pilota girato 12 anni fa sia assolutamente all'altezza di prodotti contemporanei, inoltre perche' e' davvero quanto di meglio sia stato creato per la televisione generalista. Raramente abbiamo visto una serie mischiare la fantascienza, l'azione, la storia d'amore, l'approfondimento psicologico e la cultura e cio' e' stato fatto perche' gli autori hanno voluto osare mettendoci dentro tutto l'impossibile...al quale poi hanno dovuto dare una spiegazione!

C'e' una serie che, secondo te, potra' entrare nell'immaginario quanto Lost?
Dal punto di vista della complessita' narrativa, l'affezione del pubblico e il rapporto con la rete Il Trono di Spade ricorda molto Lost. Mi spingo oltre: penso che il successo de Il Trono di Spade sia dovuto anche al fatto che un tempo ci siano state serie come Lost che hanno reso il tentativo di complessita' una cifra stilistica.

Come sei riuscito ad abbandonare l'Isola, dopo sei anni di serie e una di redazione del libro?
Quando ho finito TOTALLY LOST per un anno non ho voluto piu' saperne! Questo perche' per la seconda parte del libro, dove troverete una guida agli episodi densa di particolari, non ho fatto altro che mettere nel computer i dvd e raccontare le scene: ho visto tutte le puntate infinite volte in italiano e in inglese....e non e' consigliabile :)


Grazie Mauro! E', invece, decisamente consigliabile comprare il tuo TOTALLY LOST. 

Io l'ho letto d'un fiato e mi sono ricordata quanto importante e totalizzante sia stata questa serie per me quando era in onda, percio' non ho potuto fare a meno di cercare una ricetta che la rappresentasse. Certo, potevo scegliere il pesce e i ricci di mare che pescava Jin, un'insalata di frutta come quella preparata da Charlie per Claire, una pietanza a base di burro d'arachidi cosi' agognato da Hurley da fargli inimicare gli altri naufraghi, oppure, una qualsiasi pietanza tipicamente americana conservata nelle scatolette della Dharma Initiative, ma.... chissa' perche' ho ritrovato questo video....


...e mi sono messa a infornare DHARMA FISH BISCUITS!


Ingredienti: 350gr di farina 00, 1 cucchiaino di bicarbonato, 1/2 cucchiaino di sale, 120gr di burro, scorza di limone, 100gr di zucchero, 25gr di zucchero a velo, 1 uovo, colorante giallo e rosso.

Setacciate la farina con il bicarbonato e il sale. Montate nella planetaria il burro con la scorza di limone e, una volta spumoso, aggiungete anche lo zucchero semolato e lo zucchero a velo. Continuate a mescolare ad alta velocita' ed aggiungete anche l'uovo e i due coloranti in parti uguali per ottenere un colore salmone.

Incorporate la farina ed impastate. Create con l'impasto due dischi della grandezza di una mano che metterete in frigo per almeno 4 ore, nel frattempo scaricate il template che e' stato creato da una mia collega blogger per ritagliare i biscotti a forma di pesce.

Trascorse le 4 ore, riscaldate il forno a 150 gradi, stendete (molto in fretta perche' l'impasto si scioglie) i dischi di pasta su una superficie infarinata e ritagliate i pesci con un coltellino affilato. La scritta e' meglio farla con un coltello da burro.

Cuocete per 20-25 minuti in base all'altezza dell'impasto che avete steso, fate raffreddare e servite!

A Sawyer non erano piaciuti un granche' e a voi?


domenica 22 maggio 2016

TEMPURA VEGANA E SENZA GLUTINE PER LE "SCREAM QUEENS"

Ooops he did it again! 

Ryan Murphy, il Re Mida delle serie televisive americane che ci ha pregalato show di grande successo e molto eterogenei come Nip/Tuck, Glee, Popular, American Horror Story e American Crime Story: Il Caso O.J. Simpson ci riprova con una storia all'insegna dell'horror "divertente"!

Con SCREAM QUEENS, infatti, ha deciso di inventarsi un nuovo genere narrativo assolutamente inesplorato in TV fino a questo momento l'Horror-Glam-Comedy.

Horror perche' nella fantomatica universita' di Wallace diverse persone vengono trucidate da uno (o piu') serial killer travestito con la maschera della mascotte del campus...un diavolo rosso.

Glam perche' le principali protagoniste "urlanti" delle attenzioni dell'assassino sono alcune giovani studentesse parte della elitaria confraternita femminile Kappa-Kappa-Tau che, capitanate dalla perfida presidentessa dell'associazione Chanel Oberlin, sembrano meno spaventate dagli attacchi mortali del killer che dall'ingresso nella loro confraternita di ragazze decisamente non "all'altezza" di rappresentarla.

Comedy perche' l'atmosfera creata dagli autori rasenta il surreale e gli omicidi la fanno da sfondo a lotte di potere femminili che coinvolgono anche la cinica rettrice dell'universita' interpretata dalla regina indiscussa delle Scream Queens cinematografiche, Jamie Lee Curtis!

Ed ecco che si fa notare la furbizia televisiva di Murphy che riesce anche con prodotti fuori dagli schemi come questo ad attirare una fan-base di tutto rispetto grazie alla scelta di trama e attori protagonisti molto pop. Non solo ha coinvolto la Curtis, ma ha anche affidato i ruoli maggiori ad attrici molto amate dal grande pubblico come la ex Glee Lea Michele (ingabbiata in un busto per la scogliosi), la nipotina di Julia Roberts Emma (che gia' aveva fatto parte del cast di American Horror Story), la ex bambina prodigio Abigail Breslin (candidata all'Oscar a 10 anni per Little Miss Sunshine) per non parlare di pop star di fama internazionale come Nick Jonas e Ariana Grande.


Anche io voglio seguire le orme del nostro ammirato genio d'oltreoceano e per essere molto pop vi propongo in abbinamento a Scream Queens una RICETTA VEGANA e SENZA GLUTINE, sicuramente in linea con le abitudini alimentari delle protagoniste: TEMPURA VEGANA (SENZA UOVA) DI FARINA DI RISO O FARINA DI CECI.

So che qualcuno di voi si sta gia' obbiettando "Ma delle reginette di bellezza non mangerebbero mai verdure fritte anche se vegane e senza glutine!" e la mia risposta e' "Guardatevi l'episodio pilota e scoprite anche voi quanto piace loro friggere....la donna delle pulizie :)))))" 

Ingredienti: 150ml di acqua ghiacciata (o birra ghiacciata), 150 gr di farina di riso o farina di ceci, zucchine, fiori di zucchina, carote, melanzane, cavolfiore, olio per friggere.

Come avrete notato (e vi avevo gia' spiegato in un altro post) la proporzione tra liquido e farina deve essere di 1:1. Se volete rimanere in tema college americano usate la birra altrimenti l'acqua gasata, ma ricordatevi che devono essere assolutamente gelate.

Un altro segreto che ho imparato e' che una volta versata la farina senza glutine da voi scelta dovete mescolare pochissimo perche' il buono della tampura viene anche dai grumi rimasti nella pastella.

Tagliate le verdure a listarelle e friggete in olio caldo! URLERETE DI BONTA'! 

martedì 10 maggio 2016

TATUAGGI, MISTERI E ... CURCUMA PER UNA SERATA CON "BLINDSPOT"


A volte vi sembra di brancolare nel buio? Non avete idea di dove stiate andando e a cosa stia portando la vostra vita? 

Beh vi capisco, ma non e' nulla in confronto alla sensazione di vuoto assoluto che prova l'affascinante protagonista di BLINDSPOT, ritrovata nuda, coperta di tatuaggi e priva di memoria in un borsone nel mezzo di Times Square.

Chi e' questa donna, per ora chiamata con il nome di Jane Doe? Cosa significa la ragnatela di disegni, cifre e scritte sul suo corpo? Chi ha voluto che fosse trovata in modo cosi' plateale? A queste e altre decine di domande dovranno rispondere gli agenti dell'FBI che la prendono in custodia, capitanati dall'eroico Kurt Weller, unico al mondo che sembra avere un collegamento con lei.

Ben presto gli investigatori inizieranno a decifrare i circa 200 tatuaggi per risalire all'identita' della donna e risolvere il puzzle di misteri che la riguardano. Infatti, ogni episodio si concentra sulla soluzione di uno o due tatuaggi per volta, ma visto che ognuno di essi presenta un doppio o addirittura triplo significato tutto quello che ha passto Jane puo' essere scoperto solo nell'ultima puntata.

E per essere sicuri di mettere alla prova i propri spettatori nel modo piu' intrigante possibile i produttori, tra cui spicca il nuovo Re Mida della TV americana Greg Berlanti, sono arrivati a coinvolgere nella stesura della sceneggiatura anche un esperto di puzzle del "New Tork Times".

Il successo straordinario che ha avuto la serie negli Stati Uniti e' sicuramente dovuto alla trama e all'azzeccata scelta dell'attrice protagonista, Jaimie Alexander, che grazie alla sua fisicita' da ex wrestler e al suoi dolci occhi verdi riesce a trasmettere alla perfezione il misto di smarrimento e determinazione richiesto dal suo ruolo.

Ha, infatti, dichiarato: "Mi capita spesso di incontrare persone che vengono da me e vogliono abbracciarmi perche' sono dispiaciute per Jane e per quello che le accade! Altre sono totalmente terrorizzate da me e mi dicono 'Non colpirmi'..."

Inoltre, le disciplina imparata nel suo passato sportivo le e' servita per calarsi nella parte che le richiede di combattere usando le arti marziali, di guidare elicotteri e, soprattutto, di sottoporsi a 6 ore e mezza di trucco per le scene in cui appare discinta.

Non ci resta che trovare tutti i pezzi del puzzle, un tatuaggio alla volta, ogni martedi' su Italia1.

Anche io mi sono preparata per il ruolo della perfetta tv-food blogger e per la mia ricetta da abbinare alla serie ho scelto di usare una spezia miracolosa, la CURCUMA, che ha un benefico effetto sulle capacita' cerebrali legate alla memoria e in India viene utilizzata per aggiungere ulteriore colore ai tatuaggi con l'henne'.

POLLO ALLA CURCUMA

Ingredienti: 300gr di petto di pollo, 2 cucchiai di curcuma, 1 cucchiaio di farina, olio, 1/2 scalogno, 1/2 bicchiere di vino bianco, 60ml di panna da cucina, 60ml di latte, sale, spezie a piacere.

Tagliate il pollo a listarelle e infarinatelo con un cucchiaio di farina e uno di curcuma (il modo piu' efficace e' quello di usare un sacchetto nel quale sbattere il pollo con le polveri). Tritate lo scalogno e fatelo appassire in una padella con dell'olio poi aggiungete il pollo infarinato e cuocete per 2 minuti 

Sfumate con il vino per qualche minuto. In una terrina mescolate la panna, il latte, il restante cucchiaio di curcuma e un po' di sale poi versate il tutto nella padella e cuocete per una decina di minuti continuando a mescolare.

Servite condendo con altre spezie a piacere (e se l'avete, in un piatto tatuato ;).

domenica 8 maggio 2016

BOMBE FRITTE PER L'ESPLOSIVO RITORNO DI "GOMORRA"


L'attesa e' stata lunga e decisamente spietata, ma sappiamo molto bene che ne e' valsa la pena perche' la perfetta macchina creativa e produttiva che ci ha appassionato con la prima stagione di GOMORRA si e' rimessa in moto a pieno regime per ricreare la magia!

Le nuove 12 puntate, due per serata, che vengono trasmesse su Sky Atlantic tutti i martedi' saranno un rollercoaster di strategie, alleanze, tradimenti, violenza, denaro e ricerca spasmodica del potere che ci fara' trattenere il fiato ad ogni salita e gridare ad ogni curva.

E se The Hollywood Reporter si sbilancia comparado questa riuscita rappresentazione della lotta tra le famiglie della camorra napoletana "la risposta italiana a Breaking Bad" noi fan sappiamo che non abbiamo bisogno di paralleli prestigiosi per essere consci che finalmente l'Italia partecipa a scrivere la storia della televisione mondiale.

Con piu' di un milione di spettatori a puntata per la prima stagione e oltre 130 paesi che ne hano acquistato i diritti, fra cui gli Stati Uniti sul canale cult Sandance TV, Gomorra ha dimostrato che siamo una miniera sotto utilizzata di trame appassionanti, attori di grande potenza interpretativa, registi impeccabili e ambientazioni inimitabili sia nella propria bellezza che nella terribile iconicita'.

Tenetevi forte perche' la corsa ricomincia esattamente dove si era interrotta due anni fa con il regolamento di conti tra Ciro e Genny per la morte di donna Imma, la fuga di prigione di don Pietro, il ritorno in auge di Salvatore Conte e un sempre piu' appetibile giro internazionale di milioni fra droga, armi, prostituzione, rapine e POTERE.

Il cast si e' arricchito di due nuovi personaggi femminili, Scianel e Patrizia, che promettono grandi emozioni perche', diciamoci la verita', anche se gli uomini giocano un ruolo da protagonisti e si misurano con efferate dimostrazioni di forza non possono esimersi dall'appoggiarsi sulle donne, spesso solo all'apparenza relegate al posto di mamme, mogli e figlie.

Per rimanere fedele alla tradizione culinaria napoletana e alla capacita' distruttiva dei due clan in pista, Conte e Savastano, e della mina  rappresentata da Ciro ho scelto come ricetta da dedicare al ritorno di Gomorra: LA BOMBA FRITTA in versione sia DOLCE CHE SALATA. Due facce della stessa medaglia che incarnano il nuovo e il vecchio, la sperimentazione e il rispetto delle usanze.

Naturalmente non posso fare a meno di imparare dal top della gastronomia partenopea, lo chef stellato Niko Romito, grande estimatore e "produttore" di bombe. Di seguito trovate la sua ricetta con la CREMA PASTICCERA e la mia sperimentazione con la MOUSSE DI MOZZARELLA.

Ingredienti per le bombe: 250gr di farina manitoba, 250gr di farina 0, 2 gr di lievito di birra secco, 50gr di strutto, 50gr di zucchero, 1 uovo, 175 ml di acqua, un pizzico di sale. Olio per la fritturaPer la crema: 250ml di latte, 50gr di zucchero, 30gr di amido di mais, 4 tuorli. Per la mousse: 250gr di mozzarella, 100ml di panna, sale. Basilico secco.

Impastate le bombe lavorando le farine con il lievito, lo strutto, lo zucchero e una parte dell'acqua. Quando il tutto sara' amalgamato aggiungete anche il resto dell'acqua e il sale.

Mettete in una terrina coperta con pellicola trasparente e fate lievitare per 12 ore. Poi dividete l'impasto in palline e lasciate lievitare per altre 2 ore.

Friggete in abbondante olio caldo fino a che non saranno dorate (10 minuti circa).

Per preparare la crema scaldate il latte e separatamente mescolate molto bene i tuorli con lo zucchero prima di aggiungere l'amido di mais. Aggiungete, fuori fuoco, il latte caldo e una volta amalgamato il tutto rimettete sul fuoco e fate addensare. Attendete che diventi tiepida per inserirla nel sac-a-poche.


Per la mousse fate sgocciolare la mozzarella per una mezz'ora poi tritatela in mixer alla massima potenza per 30 secondi, versate anche la panna, salate a piacere e mixate per altri 30 secondi. Con un nuovo sac-a-poche inserite la mousse nella bomba e spolverate con basilico secco.


E "stai senza pensier...."

domenica 1 maggio 2016

SEMIFREDDO AMARETTI, MASCARPONE E VODKA PER CONSOLARE "GRACE AND FRANKIE"

I produttori che scelgono i contenuti della rivoluzionaria piattaforma online NETFLIX sanno veramente come innovare il mondo delle serie e hanno deciso che era arrivato il momento di rivolgersi anche ad un pubblico piu' maturo.

Questo significa che non si sono affidati solo ai sondaggi che prendono in considerazione la fetta di audience dai 18 ai 49 anni, ma hanno seguito il loro istinto producendo uno show per gli over 50: GRACE AND FRANKIE.

Certo, avevano per la mani dall'inizio un poker di assi...la sceneggiatura e' firmata da MARTA KAUFMANN, gia' nota per aver creato sitcom cult Friends, mentre come protagonisti hanno accettato la sfida l'iconica JANE FONDA, la geniale comica LILY TOMLIN e il super versatile MARTIN SHEEN.

Inoltre, la premessa della trama e' contemporanea all'ennesima potenza: i mariti delle nostre protagoniste, soci in affari in uno studio legale, confessano alle ingare mogliettine di essere gay e di aver instaurato da piu' di 20 una relazione che ora desiderano rendere pubblica. 

Le due donne dotate di carattere completamente all'opposto, Grace e' un'imprenditrice in pensione di gran classe mentre Frankie un'artista hippy, devono accettare di essere rimaste sole in tarda eta' e, dopo un primo momento di odio reciproco, si supportano a vincenda nel cercare di ricostruirsi una vita trasferendosi in una casa al mare di proprieta' comune.

Se vi siete persi la prima stagione, potete guardarvela su Netflix in attesa che arrivi la seconda a partire dal 6 maggio.

Naturalmente, ogni singola differenza tra le due amiche/nemiche e novelle coinquiline Grace e Frankie diviene uno spunto di comicita' per gli autori a partire dall'approccio al cibo: Grace ha una dieta prevalemente "liquida" a base di vodka martini mentre Frankie si consola con quintali di dolci e junk food. Per mettere d'accordo entrambe ho trovato la ricetta di un SEMIFREDDO AGLI AMARETTI, MASCARPONE E VODKA...con l'aggiunta di un po' di caffe' perche' in un matrimonio si devono sempre tenere gli occhi aperti!

Ingredienti: 120gr zucchero, 100gr amaretti, 200gr mascarpone, 4 tuorli, 1dl vodka, 1 cucchiaino di caffe' macinato, biscotti al cioccolato e salsa di cioccolato per decorare.

Mescolate con una forchetta i tuorli e 100 gr di zucchero poi aggiungete la vodka. Mettete da parte e montate con un cucchiaio il mascarpone con lo zucchero restante e gli amaretti sbriciolati. 

Unite il tutto con delicatezza e aggiungete 1 cucchiaino di caffe' macinato. Versate nelle coppette prima di mettere in freezer per un paio di ore e servite con biscottini al cioccolato e salsa al cioccolato.